Controllo accessi e furti, Teoria delle attività routinarie

In che modo il controllo accessi è d’aiuto nella prevenzione dei furti? E in che modo la Teoria delle attività routinarie può aiutarci a proteggerci?

Quando si parla di controllo accessi e prevenzione furti esistono vari fattori da considerare. Infatti, non basta solo scegliere una tecnologia adeguata per proteggersi dai criminali, poiché quando hanno in mente un obiettivo non si lasciano scoraggiare facilmente. Occorre selezionare meticolosamente anche il metodo di controllo che permette poi di prevenire furti in casa o in azienda.

Per comprendere come difendersi al meglio, ci viene in aiuto la teoria sulle attività routinarie di Marcus Felson e Lawrence Cohen, che si concentra sugli elementi alla base del crimine rispetto a quelli legati all’agente. Parliamo di una delle principali teorie della criminologia per la prevenzione alla criminalità.

Infatti, tra il 1960 e il 1980 le donne sono diventate meno casalinghe, e questo ha portato a lasciare più a lungo le case incustodite, aumentando il rischio di attività criminali.

Secondo questa teoria, un furto può verificarsi quando sono presenti tre fattori:

  • Presenza di un bersaglio (target)

  • Assenza di un controllore in grado di prevenire l’evento

  • Presenza di un potenziale aggressore con forte motivazione

controllo accessi

Furti e variabili

Le prime due variabili sono piuttosto semplici da controllare, qualora il dirigente o il proprietario dell’abitazione prestino la giusta attenzione. In merito al terzo punto, invece, è assai difficile prevenire.

Sarebbe quindi legittimo chiedersi come sia possibile prevenire i furti calcolando le variabili citate, e come il controllo accessi possa supportare la prevenzione dei furti.

Innanzitutto, anche se può sembrare banale, fare attenzione e vigilare senza abbassare la guardia è il primo step per prevenire eventuali sottrazioni. Inoltre, munirsi di un controllo accessi adeguato è un ottimo inizio per monitorare la sicurezza del perimetro da sorvegliare.

Controllo accessi: quali tutele?

L’assenza di tutele efficaci può essere rapportata alla facilità con cui si può colpire una vittima (ad esempio, scarsa presenza della polizia). L’eventuale controllore non può essere una persona qualunque, né corrispondere al target da proteggere.

Oggi esistono anche molti oggetti e progetti ambientali utilizzati come tutori e strumenti di sicurezza per scoraggiare i trasgressori. Si tratta di un ramo della prevenzione del crimine che prevede progettazione ambientale in cui misure come l’aggiunta di luci, serrature, recinzioni, spazi visibili e telecamere possono prevenire il crimine contro un “target adatto” al criminale.

L’analisi triangolare del problema

La teoria delle attività routinarie è completata dalla cosiddetta “analisi triangolare del problema”, utilizzata anche come strategia d’intervento per i parametri riguardanti la vittima, il luogo e l’assenza di un controllore.

In genere, il tasso di criminalità è proporzionale ai potenziali ladri motivati, come giovani e disoccupati. La motivazione può essere ridotta solo se i trasgressori dispongono di mezzi legittimi per raggiungere i loro obiettivi (es. soldi, cibo, oggetti preziosi). La motivazione aumenta quando invece il furto è l’unica soluzione possibile per raggiungere gli obiettivi.

Un altro deterrente sono le credenze o la socialità del trasgressore. Se una persona è stata portata a socializzare nel modo giusto, anche quando si presenta un’opportunità, potrebbe esimersi dal furto. In questo risiede la forza dei legami sociali che fanno da “isolante” per il contrasto alle attività criminali.

Prospettive sulla teoria delle attività routinarie

Purtroppo, la probabilità per i giovani di commettere reati aumenta quando il controllo da parte dei familiari è carente. E l’attività di routine prevede anche altri fattori come la teoria dell’apprendimento sociale. Le possibilità di commettere furti aumentano sia quando i genitori sono lontani da casa, sia quando ci si sposta in una zona dotata di scarsa supervisione.

Quindi, anche senza tenere conto del contesto, episodi criminali potrebbero continuare a verificarsi. In tal caso, l’unico mezzo di difesa del target è un efficace sistema di controllo (controllore o strumenti preposti) o la consulenza con professionisti del settore nel caso in cui la minaccia riguardi beni aziendali.

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Vigilanza privata, quante tipologie ci sono?

Forse non sai che la vigilanza privata nasce per tutelare beni e clienti pubblici e privati, unitamente all’azione delle forze dell’ordine. Ad esempio, viene utilizzata per vietare l’accesso alle persone non autorizzate all’interno di zone riservate, eventi privati o edifici.

Un’altra operazione molto diffusa è quella d’ingaggiare vigilanti privati per sorvegliare strade, quartieri, e zone pericolose. Le risorse impiegate appartengono a diverse categorie di professionisti. Per questo, tra le diverse tipologie di vigilanza occorre distinguerne tre: la vigilanza fissa, quella ispettiva e i sistemi di videosorveglianza.

Vediamo nello specifico in cosa consistono e come funzionano.

Vigilanza privata fissa

La prima tipologia di vigilanza consiste nel piantonamento fisso (a ogni ora del giorno), diurno e notturno. Stazionaria nei luoghi dove il potenziale pericolo è costante, è indispensabile ad esempio nei locali aperti al pubblico in cui possono avvenire rapine, oppure negli enti pubblici, nelle aziende e istituti di credito o nelle abitazioni private.

Vigilanza ispettiva

Il secondo tipo di vigilanza, chiamata anche pattugliamento o ronda, consiste nell’ispezione di un luogo specifico, generalmente di notte. Può essere attuata, ad esempio, nei negozi, uffici pubblici e privati e nelle attività commerciali. Questa operazione si effettua quotidianamente, più volte al giorno (il numero di volte è stabilito da contratto), in orari casuali non prevedibili.

Queste ispezioni servono a controllare gli ingressi, le porte e le finestre. Se avvengono movimenti sospetti, le guardie particolari giurate informano la centrale operativa, che può richiedere l’intervento della polizia. Queste guardie sono frequentemente accompagnate da unità cinofile. Inoltre, si muovono in auto e possono intervenire in caso di allarme. Ogni pattuglia è geolocalizzabile attraverso un servizio satellitare. Poi, al termine dell’ispezione, il personale lascia traccia mediante un bigliettino con il logo dell’azienda di riferimento.

Videosorveglianza

Se un servizio di vigilanza in presenza non è necessario, ma si desidera monitorare un luogo per un lungo arco temporale, si può utilizzare un sistema per la videosorveglianza. A tal fine, installando delle semplici telecamere nel perimetro controllato, è possibile collegarle alla sede centrale dell’istituto di vigilanza privata.

Lo scopo è individuare eventuali intrusi o pericoli e avvertire subito gli esperti della vigilanza in caso di bisogno, in modo da intervenire tempestivamente in collaborazione con le autorità. In questo caso, tuttavia, occorre accertarsi di non infrangere le norme sulla privacy per quanto riguarda le persone o i luoghi nelle immediate adiacenze.

Un altro sistema è costituito dal teleallarme: si tratta di un dispositivo che, in caso d’intrusione, invia un segnale d’allarme alla centrale operativa per avvisare gli esperti dell’istituto di vigilanza.

Perché la sorveglianza è fondamentale

Ognuno di questi sistemi di vigilanza privata ha uno scopo e una metodologia precisa da seguire, per accertarsi che nei luoghi monitorati non avvengano azioni criminose. Che tu sia un privato, un imprenditore o un professionista, scegliere un servizio di sorveglianza eccellente è fondamentale per ridurre danni talora anche molto costosi o pericoli verso le persone.

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Furti di veicoli pesanti, in Italia tornano a crescere

Nel 2022 tornano a crescere i furti di veicoli in Italia: superata la soglia delle 104.000 unità sottratte in un anno. 5 le regioni più a rischio

Nel 2022, insieme ai furti di auto e moto, è tornato a crescere in Italia il numero di mezzi pesanti di cui si perdono le tracce. In particolare, regioni come Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia costituiscono aree ad alto rischio. Si stima che 1 furto su 4 avvenga in Campania, mentre il Lazio è la regione in cui i ladri sono più esperti nell’operazione di far sparire i mezzi rubati.

Queste tendenze emergono dal “Dossier sui Furti di veicoli” elaborato da LoJack Italia, che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno sul 2021 integrandoli con quelli provenienti da report nazionali e internazionali relativi all’argomento.

Dopo la diminuzione del fenomeno nel 2020, lo scorso anno i furti sono tornati a crescere, con un +2% sul totale: dai 102.708 reati nel 2020 ai 104.372 del 2021. Un lieve aumento, che evidenzia però come i criminali abbiano deciso di riprendere in modo consistente questo “business” redditizio.

Oltre all’inversione di tendenza del 2021, preoccupano anche le difficoltà riscontrate nel recupero dei veicoli rubati. La percentuale di ritrovamenti, infatti, nel 2021 è scesa al 37%: circa 2 veicoli rubati su 3 spariscono del tutto.

L’analisi annuale riporta anche un nuovo dato, che riguarda la tipologia di reati commessi per queste sottrazioni. Nel 97% dei casi, infatti, avviene un’effrazione del veicolo, mentre è parcheggiato a una certa distanza dal proprietario. Nel 3% dei casi si tratta di appropriazione indebita, a scapito di società che hanno concesso i mezzi in uso, senza saperlo, a dei criminali. Nell’1% dei casi, invece, il veicolo viene sottratto durante una rapina o con altri reati.

In 5 Regioni si concentra l’81% dei furti totali

In quasi tutte le regioni d’Italia dove il fenomeno era già presente sono stati registrati dati in aumento. La crescita è significativa in Campania (+7%), con quasi 27.500 reati in un anno. Qui, ogni giorno, vengono rubati 75 veicoli.

Segue il Lazio, con 18.215 veicoli rubati nel 2021 e il tasso di recupero più basso a livello nazionale. In questa regione, solo il 30% dei mezzi sottratti viene restituito al legittimo proprietario. Infine, chiudono la rassegna la Puglia (14.498 furti annui), la Sicilia (13.180) e la Lombardia (11.636).

Gran parte dei furti, inoltre, avvengono mentre il veicolo è parcheggiato. Dopo le prime 24 ore, senza un pronto intervento, le possibilità di rintracciarlo si riducono drasticamente.

Furti di autoveicoli, un business in ripresa

I furti di autoveicoli tra cui vetture, furgoni e SUV, sono tornati a crescere, passando dalle 75.000 alle 75.471 unità. Si conferma, quindi, anche nel 2021 la tendenza alla polarizzazione di furti in alcune aree del Paese, in particolare quelle circostanti le principali metropoli, dove le organizzazioni criminali possono meglio pianificare e mettere in opera questo reato. E l’81% delle attività criminose avviene nelle cinque regioni di cui abbiamo parlato.

I furgoni più rubati

La nuova crescita dei furti non ha modificato la classifica delle vetture più ricercate dai ladri, che mantengono inalterate le prime quattro posizioni rispetto al 2020.

I furti di autofurgoni si attestano a quota 5.600. La concentrazione è maggiore in Lombardia, Campania, Lazio e Puglia. In questa categoria le possibilità di recuperare i mezzi rubati sono superiori rispetto alla media di autovetture e moto.

In ogni caso, la top 5 dei più rubati vede il primato del Iveco Daily (931 unità rubate), seguito a stretto giro dal Fiat Ducato (916) e poi da Fiat Doblò (552), Ford Transit (255) e Mercedes Sprinter (228).

Furti di mezzi pesanti, ritrovamenti sotto il 20%

Persistono i furti di automezzi pesanti, tra cui truck, rimorchi, autobus, veicoli speciali, roulotte. Nel 2021 ne sono stati rubati 6 al giorno, per un totale di 2.194 complessivi. Il calo del 9% rispetto al 2020 viene compensato da un crollo dei recuperi, che scendono al -29%. La percentuale di ritrovamenti resta al 30%, e questo vuol dire che meno di 1 veicolo su 3 torna al proprietario.

Inoltre, tra le varie categorie di veicoli pesanti, gli automezzi risultano quelli che, se rubati, hanno minori probabilità di ritrovamento. La scarsa rintracciabilità prova che questi veicoli sono oggetto di furti da organizzazioni criminali strutturate. Episodi come questi rischiano di provocare ricadute tremende, soprattutto per le PMI, che subiscono un danno ingente e sono sfavorite nella competitività.

Questi furti seguono sostanzialmente tre dinamiche: furto su commissione, truffe e appropriazioni di veicoli in leasing. Spesso, poi, l’obiettivo principale è la sottrazione del carico trasportato. Per questo, è necessario che l’attivazione di procedure per il recupero del mezzo avvengano con estrema rapidità, prima di perdere ogni traccia.

La Campania, nel 2021, è terza con 216 casi, lasciando il primato alla Puglia (451 furti, recuperi al 40%) e alla Lombardia (257 totali).

5 consigli utili per non subire furti di veicoli pensanti

In vista della ripresa dei furti di veicoli (anche pesanti) in Italia e nel mondo, esistono alcuni accorgimenti da mettere in pratica per non subire un danno economico sostanzioso:

  1. Zero distrazioni. Non lasciare mai il veicolo acceso con le chiavi inserite, neppure per pochi momenti, perché possono incidere sulla buona riuscita del furto.
  2. Non badare al caldo. Anche se lasci il veicolo, assicurati che i finestrini siano ermeticamente chiusi. Ogni spiraglio, anche se appare sottile, può essere utile ai ladri.
  3. Occhio al parcheggio. Non lasciare i tuoi veicoli in parcheggi isolati o incustoditi, e valuta attentamente il luogo in cui li posizioni. Non parcheggiare sempre negli stessi luoghi, tranne se si tratta di un parcheggio vigilato di tua proprietà. Inoltre, se non li utilizzi quotidianamente, verifica che siano parcheggiati proprio dove li hai lasciati. Denunciare in tempo i furti, infatti, incrementa le possibilità di riaverli indietro.
  4. Attenzione se lasci il veicolo nei parcheggi pubblici. Quando parcheggi in un luogo ampio, se chiudi la vettura con una smart key, controlla sempre manualmente l’avvenuta chiusura. I ladri, infatti, a volte disturbano il segnale con i jammer e s’introducono nei veicoli, approfittando delle soste.
  5. Difendi il veicolo con un sistema antifurto o un sistema di recupero. Un antifurto meccanico rappresenta un rallentamento nelle attività del ladro e può indurlo a preferire la sottrazione di un’auto senza protezione, ma un sistema di recupero hi-tech e non schermabile rende molto probabile il rapido recupero del veicolo.

In conclusione

In qualunque caso, per difendere efficacemente i tuoi veicoli aziendali dai furti, è bene richiedere sempre la consulenza di un esperto, meglio ancora se si tratta di un professionista in costante comunicazione con te e con un sistema antifurto.

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La vigilanza “privata”: un po’ di storia in breve

Per le origini della vigilanza “privata” dobbiamo risalire al III secolo a.C. in cui esisteva l’ “ufficio degli “edili” che, tra le altre, provvedeva alla vigilanza e custodia dei beni privati dei “cives” potremo dire antesignano dell’odierno istituto di vigilanza.

Ma chi erano gli edili?

Con la caduta della monarchia dei re Etruschi per il popolo romano inizia il periodo della repubblica. I patrizi guidavano la politica romana attraverso 3 strumenti: i comizi centuriati, il senato, due magistrati con poteri supremi “consoli”. Con la crescita della città che si estese anche alle provincie conquistate nacque la necessità di nominare ulteriori magistrati tra questi:

  • il pretore che elargiva giustizia,
  • il questore che si occupava di affari finanziari,
  • l’edile che, tra le altre, si occupava di VIGILANZA DEI BENI dei “cives”

Agli edili Plebis nominati annualmente dai plebei riuniti in comitia tributa, nel 367 a.C. vennero aggiunti altri due edili curuli nominati dai patrizi . Uno degli edili più importati fu proprio Giulio Cesare.

Preliminarmente occorre evidenziare che per la sicurezza dei privati cittadini e le proprietà dei cives romani e della collettività non vi era previsione di tutela di organi militari né da parte del senato, la cui funzione prevalente in realtà, era quella dell’ indirizzo politico di Roma.

In sostanza l’ufficio degli edili “aediles” istituito nel III sec. A.C. era preposto alla vigilanza sulla vita economica e religiosa della collettività e dei loro beni. Altri compiti di polizia e vigilanza erano svolti da altri magistrati “TRESVIRI CAPITALES” o “NOCTURNI” 290-287 a C. Questi funzionari avevano compiti di polizia soprattutto notturna contro i criminali comuni (donde il nome)

Nel I secolo d.C. ogni quartiere era sorvegliato da 4 Tresviri che si occupavano di furti e piccoli reati. A questi funzionari spettavano compiti di polizia soprattutto notturna.

Nell’età del principato 20-40 d:C. circa nasce l’istituzione dei VICOMAGISTRI magistrati inferiori in maggioranza liberti (schiavi liberati) quando il rione iniziò a identificarsi come quartiere in numero di 265 vici in cui fu divisa l’URBS. La nuova organizzazione del territorio aveva tra gli scopi fondamentali quello di gestire la sicurezza. Vennero quindi istituite delle milizie addette alla protezione e alla difesa delle coorti urbane ed i vigilantes.

Solo in età imperiale vennero istituiti dei veri e propri corpi armati con funzioni di polizia le “cohortes urbanae” e le “cohortes vigilum”.

Una curiosità: al contrario di ciò che avviene oggi, secondo i romani la legge era la decisione del popolo nelle assemblee “in lex est quam populus comitiis sciverit”.

Avv. Giovanni Giuliano

 

 

NOTE E BIBLIOGRAFIA

Tresviri nocturni

01. Cn. FLAVIUS.

triumvir nocturnus, prima del 305 a. C. (Liv. 9.46.3=Lic. Mac. frg. 18 Peter). triumvir coloniae deducendae (prima del 305 a. C.) tribunus plebis (305 a. C.) aedilis curulis senator

Bibliografia: capitolo IV prosopografia p.205 PUBBLICAZIONI DEL DIPARTIMENTO DI DIRITTO ROMANO E STORIA DELLA SCIENZA ROMANISTICA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI «FEDERICO II» – Cosimo Cascione

Editoriale scientifica Napoli 1999 Opera accolta nella collana su proposta dei professori Luigi Labruna e Tullio Spagnuolo Vigorita e pubblicata col contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Invero si è in possesso di fonti che menzionano dei tresviri per un’epoca anteriore al 290 (nocturni, per la precisione 18).

18 I tresviri nocturni sono ricordati in Liv. 9.46.3; Val. Max. 8.1 damn. 5,6; D.1.15.1 (Paul. l. sg. de off. praef. vig.). L’identità tra nocturni e capitales è generalmente postulata, si v., per tutti, TH. MOMMSEN, Römisches Staatsrecht II 3 cit. 594 e nt. 3; N. E. POLITIS, Les triumvirs capitaux (Thèse pour le doctorat, Paris 1894) 71 ss. (cfr. anche infra in nt. 39). Per una specificazione cronologica, che vede nei capitales i successori (di alcune) delle funzioni dei nocturni si v. infra 24.

Ibidem pag.9

I Tresviri erano incaricati, oltre che della sorveglianza delle esecuzioni capitali (Sall. Catil.55.1-5; Val.Max.5.4.7; 8.4.2; Tac. Ann. 5.9.2.; Pompon.l.s. ench., D.1.2.2.30) della prevenzione degli incendi )Liv.39.14.10; Val.Max. 8.1, damn.5; Paul. L.s. de off. Praef. Vigil., D.1.15.1) e del servizio di polizia, soprattutto notturno (donde la denominazione)

In nota 104 pag.176 studi di diritto penale romano Bernardo Santalucia 1994

Tresviri capitàles

Corpo di magistrati minori, rientranti nel cosiddetto vigintiviratus [vedi vigintìviri].

I (—) (detti anche nocturni ed eletti in numero di tre “ tres viri nocturni “), esercitavano funzioni di polizia, collaborando con i magistrati che presiedevano alla giurisdizione in materia penale.

I (—) erano addetti, inoltre, a vigilare sulle prigioni e sulle esecuzioni capitali, oltre che a vigilare di notte sulle strade di Roma. La loro elezione, in origine di competenza del prætor, fu attribuita da una lex Papiria del 242 a.C. ai comitia curiata

Tresviri capitales o nocturni avevano il compito di perseguire i colpevoli di ogni tipo di violenza, gli incendiari, i ladri colti in flagrante, coloro che sono in possesso di armi atte a uccidere, quanti fabbricavano o anche soltanto detenevano sostanze venefiche, sovrintendono alle condanne capitali e alle prigioni.

Le guardie “tresviri nocturni “ alla dipendenza degli edili, pur costituendo una milizia, non erano assoggettati ad alcun controllo e/o appartenenza militare, impegnati alla custodia dei beni, avevano il potere di arrestare i rei e, nelle loro abitazioni, potevano essere custoditi beni e valori dei privati cittadini previo compenso per la loro attività

• STORIA DI UNA MAGISTRATURA MINORE di Cosimo Cascione editoriale scientifica Collana: Dip. dir. romano-Univ. Napoli Federico I

• Data di Pubblicazione: 1999

• Pagine: VIII-328

Nella Roma antica, affollata come oggi, camminare di notte al buio non era affatto sicuro per tal fatta, all’organizzazione pubblica si affiancava quella privata dei patrizi che mantenevano e addestravano schiavi per la sorveglianza dei loro beni e lo spegnimento degli incendi delle loro proprietà.

Nel medioevo, con la caduta dell’impero romano, le città (comuni) divennero tanti piccoli stati con proprie milizie cittadine con compiti di sicurezza interna e di protezione dei beni specialmente di notte peraltro, nelle varie epoche storico-politiche che si sono susseguite il concetto di Pubblica sicurezza, è stato diversamente inteso si dovrà risalire all’unità d’Italia per rinvenire i primi concetti di sicurezza privata e le prime figure di guardie particolari con l’unificazione amministrativa del regno d’Italia di cui alla legge del 20 marzo 1865 n.2248 legge sulla sicurezza pubblica allegato B art. 7 :

” i privati possono deputare guardie particolari per la custodia delle loro terre . Queste guardie dovranno essere approvate dal prefetto, ed avere i requisiti che saranno determinati da regolamenti approvati con decreti reali” Esse presteranno giuramento innanzi al giudice di mandamento del luogo dove son chiamate a compiere il loro servizio, ed i loro verbali faranno fede fino a prova contraria”.

Con l’evoluzione industriale e demografico-sociale si sente la necessità di tutela dei beni dei cittadini anche in senso privatistico

Una prima regolamentazione fu quella di cui alla legge 21 dicembre 1890 n. 7321 che all’art. 45 stabiliva:

«I comuni, i corpi morali e i privati cittadini possono destinare guardie particolari alla custodia delle loro proprietà, le guardie particolari devono possedere i requisiti determinati dal regolamento, essere approvate dal prefetto e prestare giuramento innanzi al pretore. I loro verbali nei limiti del servizio cui sono destinate, faranno fede in giudizio sino a prova contraria.»

Con il R.D. 31 agosto 1907 n.690 testo unico della legge sugli ufficiali ed agenti di Pubblica sicurezza per la prima volta si attribuì ai privati la possibilità di destinare guardie giurate alla custodia delle loro proprietà:

Art. 44. (Art. 37 legge 21 agosto 1901, n. 409).

I comuni, i corpi morali e i privati possono destinare guardie particolari alla custodia delle loro proprietà.

Le guardie particolari devono possedere i requisiti determinati dal regolamento, essere approvate dal prefetto e prestare giuramento innanzi al pretore.

I loro verbali nei limiti del servizio cui sono destinate, faranno fede in giudizio, sino a prova contraria.

Finalmente con il R.D. n.562 del 1914 si riconobbe la facoltà di svolgere la vigilanza privata per conto altrui.

Progettare un sistema di allarme antintrusione

Nella catena del valore della sicurezza il sistema di allarme è uno degli elementi fondamentali per compiere una scelta corretta ed oculata ed è molto importante conoscere i fattori che ne determinano l’efficacia.

Tutti sappiamo che un sistema di allarme si compone di difese attive perimetrali, puntuali e volumetriche ma non tutti sanno che ciascun dispositivo di rilevazione utilizza particolari tecnologie, appositamente progettate, che rispondono a specifiche caratteristiche tecniche; ecco perché è fondamentale individuare le criticità ambientali.

In tal senso, la scelta delle caratteristiche tecniche dei dispositivi di difesa attiva deve essere calibrata in base all’ambiente in cui questi devono lavorare; ad esempio, se ci trovassimo all’esterno e fronte mare certamente il dispositivo che andremo a scegliere dovrà anzitutto rispondere a precisi requisiti tecnici antierosione e di impermeabilizzazione.

Un altro fattore fondamentale è evidentemente l’utilità del dispositivo: la scelta della tecnologia di rilevazione dell’evento deve essere sempre tarata in base all’impiego.

Oggi sul mercato possiamo trovare dispositivi di rilevazione che impiegano una o più tecnologie, dalla variazione di radiazione infrarossa alla variazione della temperatura dell’ambiente fino alla riflessione di radiazione degli oggetti. Tali tecnologie possono essere modulate ovvero tra loro integrate, a seconda dello scopo da raggiungere.

Generalmente, le diverse logiche di rilevazione vengono utilizzate con lo scopo di ridurre o eliminare i cosiddetti “falsi allarmi” e ciò mediante la combinazione delle differenti tecnologie utilizzate dal singolo dispositivo; ad esempio, se decidessimo di abbinare due diverse tecnologie di rilevazione per dispositivo, quale condizione di allarme, l’elusione di una delle due non consentirebbe l’azione dell’allarme. Evidentemente questo è un limite che poniamo alla capacità di rilevazione dell’allarme del singolo dispositivo.

Una valida alternativa a questa condizione potrebbe essere la combinazione sequenziale di più dispositivi ossia l’attivazione dell’allarme e del preallarme sulla logica della sequenza di rilevazione di due o più dispositivi oppure possiamo affidarci alla discriminazione video dell’evento.

Mai sottovalutare l’importanza delle funzioni di anti mascheramento e antimanomissione dei singoli dispositivi.

Evidentemente per accertarsi che le caratteristiche tecniche e tecnologiche dei singoli dispositivi utilizzati rispondano esattamente alle nostre specifiche, bisogna far riferimento, oltre che alle caratteristiche tecniche rappresentate nella scheda di prodotto, alle norme di certificazione EN CEI e IMQ. Il marchio CE è requisito obbligatorio così come la conformità dell’esecuzione dell’installazione alla Legge n.37 del 2008.

Quindi, prima ancora di disegnare il proprio sistema di allarme è buona prassi individuare le criticità ambientali e identificare il livello di sicurezza che si intende raggiungere, un’area controllata avrà certamente caratteristiche ed esigenze di sicurezza diverse da un’area sensibile o critica.

 

La sicurezza è una questione di tempo

Pensare di soddisfare il bisogno di sicurezza con la sola installazione di un sistema di allarme e video sorveglianza è un’illusione: non è un caso che i furti vengano consumati nonostante tutto e che si ricorra alle registrazione delle immagini con la speranza di individuare i malfattori incappucciati da assicurare alla giustizia. Sempre più spesso alla ricerca del risparmio ci si affida a pubblicità ingannevoli o informazioni non del tutto corrette.

I sistemi di difesa attiva e passiva ossia gli allarmi intrusione, video controllo, porte, finestre, saracinesche, etc. in termini di sicurezza hanno solo la funzione di impedire, allertare e rallentare l’opera del malfattore ovvero l’intrusione illecita per consentire agli agenti di polizia, complementare e sussidiaria o alle forze di PS, di intervenire tempestivamente per contrastare l’evento e scongiurare che l’illecito si consumi inevitabilmente.

Ecco perché la sicurezza è una questione di tempo, l’opera di compensazione tra le varie difese deve consentire un intervento tempestivo altrimenti resta tutto vano, in altre parole il tempo di intervento deve essere sempre minore o uguale al tempo di penetrazione e di allarme. Il tempo quindi è la componente fondamentale di un sistema di protezione ed affidarsi ad un esperto del settore che garantisca una risposta territoriale tempestiva è l’unica reale soluzione.

L’Istituto di Vigilanza La Torre svolge la sua attività da oltre dal 1973 La presenza capillare sui territori della Campania, della Basilicata e negli ultimi anni anche su Roma e provincia, permette di ottimizzare l’impiego delle risorse, rispondere tempestivamente alle esigenze di sicurezza di ciascun cliente garantendo un supporto tempestivo di intervento ad ogni necessità.

Contattaci per un sopralluogo gratuito.

 

Furti, incendi e situazioni di disordine pubblico

Negli ultimi mesi numerose sono stati gli episodi di effrazione e i tentativi di scasso nelle abitazioni, ma anche presso esercizi commerciali e aziende, che sono stati gestiti dalla nostra centrale operativa e dalle nostre Guardie Particolari Giurate.

Per citare un episodio su tutti, la notte del 21 Dicembre è giunta presso la nostra Centrale Operativa una segnalazione d’allarme proveniente da una nota catena di supermercati sita nel quartiere Fratte di Salerno.

L’arrivo tempestivo della Guardia Particolare Giurata, inviata sul posto dalla C.O, ha messo in fuga i malviventi, che pur avendo forzato la porta d’ingresso del negozio, non sono riusciti ad introdurvisi.

Ma come abbiamo ribadito anche in un articolo precedente, i reati contro il patrimonio, la cui tutela dei beni può essere affidata agli istituti di vigilanza privata ex art 134 del TULPS, non sono solo furti. Gli Istituti di Vigilanza svolgono una preziosa funzione anche nel gestire situazioni di pericolo di altra natura, come incendi e situazioni di disordine pubblico.

Ne è un esempio quanto accaduto la notte del 23 Gennaio, quando è giunta presso la nostra Centrale Operativa una segnalazione di assenza di alimentazione elettrica proveniente da una ditta di noleggio di attrezzature per costruzioni.

La Guardia Particolare Giurata, inviata sul posto dalla C.O, ha riscontrato un inizio di incendio al quadro elettrico. Avvertiti immediatamente i Vigili del Fuoco, l’incendio è stato prontamente sedato e il quadro elettrico ripristinato, evitando così danni ulteriori.

La mattina del 28 Febbraio, invece, presso il bar di un noto policlinico romano, una nostra GpG si è trovata a dover gestire una situazione di disordine provocata da un soggetto che stava importunando le persone presenti in struttura e stava sottraendo illecitamente le loro consumazioni al bancone del bar, sprovvisto di mascherina e in condizioni igieniche precarie. L’intervento si è concluso con l’arresto del soggetto da parte delle Forze dell’ordine.

 

I furti di fine 2021: farmacie, tech e rame

Il mese di Novembre che si è appena concluso è stato particolarmente impegnativo per le nostre Guardie Particolari Giurate e ciò emerge con chiarezza dall’ultimo bollettino della sicurezza prodotto mensilmente dal nostro Istituto. Ben 4.087 le segnalazioni d’allarme giunte presso la nostra Centrale Operativa e gestite dal nostro personale. 201 interventi e diversi furti sventati grazie all’arrivo immediato delle nostre GpG.

 

Bollettino Novembre 2021

Bollettino Novembre 2021

Ma quali sono stati i bersagli maggiormente interessati dai fatti criminosi? Si tratta di casi sporadici o di episodi che ricalcano trend effettivi in tema di furti? Lo vediamo nel prosieguo di quest’articolo.

Le farmacie: un bersaglio sempre più colpito dai malviventi

Negli ultimi due anni segnati dal Covid-19 e relative restrizioni, furti e rapine si sono concentrati, in particolare, sulle attività commerciali che non hanno mai sospeso la loro attività, come le farmacie approfittando anche della possibilità di celarsi dietro una mascherina. Ciò conferma un trend già partito dal 2019, come dimostra anche il Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2020, redatto, tra gli altri, dal ministero degli Interni, ABI, Ossif e da Federfarma. Secondo il documento, nel 2019 ci sono state 3,3 rapine ogni 100 farmacie, contro un valore pari a 3 nel 2018.

Questi dati trovano un riscontro concreto anche nelle attività quotidiane svolte dal nostro Istituto.  Nel mese di Novembre il tempestivo intervento del nostro personale ha consentito di sventare i furti in ben due farmacie, in Campania e in Lazio. In uno dei due casi, inoltre, i malviventi si erano serviti di un’automobile rubata, la cui targa è stata individuata grazie all’ausilio delle telecamere di videosorveglianza.

Negozi di elettronica e aziende tech sempre più interessate dai furti di fine 2021

Pc, smartphone, tablet ed elettrodomestici costituiscono sempre una delle più allettanti refurtive agli occhi dei malintenzionati, che, quando riescono a sferrare i loro colpi, mettono in ginocchio aziende private e negozi di elettronica. La presenza di un sistema di allarme e di videosorveglianza e l’ausilio di un adeguato servizio di vigilanza possono davvero fare la differenza in questi casi: la notte del 30 Novembre è giunta presso la nostra Centrale Operativa una segnalazione d’allarme proveniente da una nota catena di elettrodomestici sita nella zona di Sant’Antonio Abate (SA).
L’arrivo immediato della Guardia Particolare Giurata inviata sul posto dalla C.O, ha messo in fuga i malviventi, che pur avendo forzato la porta d’ingresso del negozio, non sono riusciti ad introdurvisi.

Rame: il bottino ideale dei ladri nel 2021

Nel corso del mese, infine, un altro furto, sventato grazie alle nostre GpG, ha interessato una grande azienda di cavi e conduttori elettrici. In questo caso a fare gola ai malviventi è stato il deposito di rame presente presso la ditta. Il rame negli ultimi anni, difatti, è diventato un materiale sempre più interessato dai furti, come abbiamo già spiegato in uno dei nostri articoli.

Cosa ci aspetta nel 2022? I bersagli cambieranno o i trend che abbiamo appena analizzato si confermeranno? Non ci resta che…vigilare.

I furti di rame: sempre più diffusi e pericolosi

I furti di rame impennano. L’ultimo bollettino della sicurezza pubblicato sulle nostre pagine social ha posto l’attenzione su un evento che ha interessato uno stabilimento balneare sito sul litorale all’altezza di Battipaglia, in provincia in Salerno. I malviventi, prima dell’intervento delle nostre Guardie Particolari Giurate, stavano tentando di manomettere e trafugare i fili di rame presenti sotto un tombino. Perché proprio il rame?  In questo articolo proviamo a spiegarlo.

Nasce l’Osservatorio nazionale sui furti di rame

Negli ultimi anni il rame ha ampiamente visto aumentare il suo valore e, conseguentemente, i furti che lo interessano sono sempre più in crescita. Resistente alla corrosione, interamente riciclabile e ottimo conduttore, il rame, infatti, è sempre più utilizzato dalle imprese elettriche ed elettroniche e, in parallelo, sempre più al centro del mercato nero.

Sapevate che esiste un Osservatorio nazionale sui furti di rame? L’Osservatorio è nato da un’iniziativa congiunta tra le Forze dell’Ordine, l’Agenzia delle Dogane e le società maggiormente esposte al fenomeno dei furti (FS Italiane, Telecom Italia, Enel, etc.).

Vi invitiamo a consultare l’interessante infografica realizzata dall’Osservatorio, che nel 2020 ha registrato 191.703 kg di materiale trafugato, 802 persone indagate, di cui 171 arrestate.

 

Il rame trafugato anche in abitazioni private e piccole aziende

Ad essere bersaglio dei ladri del rame non sono solo le grandi società di traporto e telecomunicazione pubbliche, ma anche abitazioni ed aziende private e il furto sventato lo scorso Settembre 2021 dalle nostre guardie ne è la testimonianza.

Ai malviventi è bastato tagliare la rete di recinzione per accedere allo spazio esterno in cui era collocato il tombino contenente i cavi in rame. Un’azione criminale che richiede poco sforzo ma che potrebbe comportare ingenti danni economici.

Ecco perché è così importante tenere in considerazione anche i luoghi in cui vi sono più depositi di rame quando si progetta la sicurezza della propria azienda o della propria abitazione privata.

 

Bollettino della Sicurezza

Bollettino della Sicurezza: Edizione Maggio 2021

Ancora allarme furti presso aziende agricole, istituti scolastici ed abitazioni, i malviventi non danno tregua a nessuno.

Vediamo cosa è accaduto nel mese di Maggio.

Nel periodo che da va dal 1 al 31 Maggio 2021 la nostra Centrale ha ricevuto ben 6549 segnalazioni di allarme. Le nostre GpG sono state impegnate nel prestare 76 servizi di pronto intervento.

Ben 30 i tentativi di furto sventati, che hanno interessato in particolare la zona di Roma.

Tra i vari fatti menzioniamo quanto accaduto la notte del 13 Maggio, durante il consueto servizio di pattugliamento stradale, una nostra GpG notava un furgone con dei segni di effrazione sul portellone.

Immediatamente venivano contattate le Forze dell’Ordine, le quali, giunte sul posto, effettuavano i controlli di routine riscontrando che il furgone era stato rubato.

Si è provveduto a contattare il titolare del furgone che ha ringraziato la nostra GpG per il ritrovamento.

Clicca sull’anteprima per visualizzare il Bollettino.